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domenica 28 novembre 2010

Il Parco che Vorrei - raccogliamo idee


La voglia di difendere il proprio territorio ha spinto circa una settantina di persone a partecipare all'incontro di mercoledì 24 novembre dal titolo "il Parco che vorrei".
Un parco che ancora non c'è, ma gli esempi e gli stimoli portati da Paola Fontana, Roberta Manzi, Maurizio Malè e Piero Ruzzante hanno sicuramente invogliato i presenti ad unirsi per creare qualcosa di speciale in un'area che rappresenta una grande ricchezza per la nostra comunità.

Paola Fontana ci ha raccontato dell'esperienza del circolo Legambiente della Saccisica che dal 2003 ha in gestione l'aspetto didattico-naturalistico dell'Oasi di Ca' di Mezzo, nel comune di Codevigo. Questa è un' area naturalistica formata da alcuni laghetti utilizzati per fitodepurazione dove è stato realizzato un Centro di Educazione Ambientale, un percorso ciclopedonale e un percorso per disabili motori. Il circolo è riuscito ad interfacciarsi in modo ottimale con i vari enti che gestiscono l'area (amministrazioni, consorzi di bacino, ecc.) ed è riuscito a ricevere i finanziamenti previsti da Regione e Consorzi per realizzare le varie strutture. Questi stanziamenti servono soprattutto per la didattica, per la realizzazione di iniziative culturali con i bambini delle scuole e per la redazione di alcune pubblicazioni.

Roberta Manzi del "Laboratorio Mirano Condivisa" ci ha fatto riflettere sul significato di democrazia partecipata e di come spesso essa venga negata (anche alla luce di quello che sta succedendo col progetto del GRA di Padova). Tra le norme per il governo del territorio della regione spicca la partecipazione nella pianificazione. Ogni opera necessita del confronto con le associazioni economiche e sociali portatrici di rilevanti interessi sul territorio e di interessi diffusi. Il minimo necessario da parte di chi amministra per garantire la partecipazione è il fornire informazioni, oggi però se chiediamo informazioni sul progetto del GRA non riceviamo nessuna risposta, o peggio notizie distorte. Un processo partecipato è migliore perché fornisce risorse addizionali agli enti locali che di rado hanno risorse (umane) sufficienti per risolvere tutti i problemi; la migliore conoscenza del territorio da parte della popolazione rende le decisioni migliori; il senso di comunità aumenta come la credibilità della democrazia; per ultimo in un processo di condivisione delle conoscenze vi è un accrescimento delle competenze.
Su queste basi sta nascendo il Parco del Graticolato che vuole valorizzare l'area del Graticolato Romano interessando 12 comuni e due provincie. I cittadini coinvolti nel progetto si sono distribuiti nei vari gruppi di lavoro che hanno come obiettivo la redazione di un Piano entro il 2013.

Maurizio Malè, presidente del WWF Padova ci ha spiegato il concetto di Rete Natura 2000 che è un progetto della comunità Europea per realizzare una Rete di aree protette unite da corridoi ecologici per la protezione e conservazione di Habitat e Specie prioritari e della Biodiversità.
il Tavello rientra nell'area SIC "IT3260018" Grave e zone umide della Brenta.
La stessa Comunità Europea stabilisce che vengano realizzati dei Piani di Gestione; la provincia (assessorato Caccia e Pesca) ha appena redatto una bozza di piano, purtroppo però senza confrontarsi con associazioni, consorzi di bacino, comuni, ecc. I cittadini possono presentare osservazioni a tale piano entro il 10 dicembre 2010.

Piero Ruzzante infine ci ha presentato la proposta di legge regionale del Parco del medio Brenta. Presentata nel giugno 2010, segue e riprende ben 6 proposte di legge presentate nelle scorse legislazioni. Un'utopia quindi? No, in un Veneto dove il deficit tra territorio "consumato" e presevato è maggiore del 30% rispetto al resto d'Italia una proposta del genere va intesa come salvaguardia dell'ambiente per questa e per le generazioni future. Un parco inteso in modo sostenibile dove le attività dell'uomo si integrino con la valorizzazione dell'ambiente anche dal punto di vista turistico. Un'altra proposta promuove la realizzazione della ciclabile sull'ex ferrovia Treviso - Ostiglia e le due realtà, intersecandosi, potrebbero aumentare un turismo di tipo sostenibile nella zona.

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